I vari stili
. Nello Yoga esistono molti tipi di proposta didattica che hanno differenze anche molto rilevanti
. Inoltre ogni insegnante, all’interno della medesima tradizione di riferimento, ha il suo stile particolare per presentare la pratica
Posizionare la propria proposta
. Ritengo quindi importante e necessario dare una indicazione chiara sullo stile Yoga che personalmente adotto, in modo che il praticante possa optare per una scelta consapevole, in linea con le proprie aspirazioni e necessità
. Per questo, nel corso di 26 anni d’insegnamento, ho definito una collocazione molto precisa di ciò che amo proporre e, allo stesso tempo, possa essere idoneo a chi desidera avvicinarsi ad un percorso yogico serio e coerente nell’ambito del Raja Yoga, dello Hatha Yoga e dello Yoga Shivaita non duale del Kashmir --> per approfondire
Primo punto
. Sebbene naturalmente nello Yoga si lavori con le posizioni del corpo, non mi appassiona proporre una pratica meramente incentrata sulla prestazione fisica avente come obiettivo un aspetto estetico, performante o estremo
. E’ proprio per questo che le pose acrobatiche che abitano le copertine patinate dei giornali, oltre ad essere spesso espressione di uno stereotipo, non rientrano nel tipo di attività che propongo, o meglio…
. E’ possibile arrivare a quelle forme “estetiche” ma con fini totalmente diversi dalla loro mera esecuzione..
Obiettivi della proposta
. Ciò che invito a sviluppare nella pratica è invece una qualità di ascolto raffinata, in cui il praticante si possa ri-trovare, ri-conoscere e, nel contempo, possa comprendere da quali fonti attingere le informazioni (livelli di coscienza) che poi si palesano come dimensione fisica
. Questo significa imparare come funzioniamo a livello fisico ma anche come funziona il proprio mentale e quali sono le trappole o le soluzioni attuabili
Focus dell’esperienza
. Quindi, più che la posizione in sé, è importante il tipo di approccio che noi intratteniamo con essa e cosa questo ci insegna di noi
. La posa non è il fine dell'esperienza ma il mezzo per conoscere sé stessi, questa differenza è sostanziale
. Non si tratta quindi solo di posizioni del corpo ma di posizioni della mente, che si esprimono nel movimento quanto nell’immobilità
Effetti della pratica
. Tutto questo ha un importante impatto sull’anatomia e la fisiologia del corpo, con riflessi sull’omeostasi (equilibrio funzionale) di tutti gli organi, del sistema nervoso e dell’apparato endocrino in generale
Secondo punto
. Il secondo punto è quello di rendere edotto il praticante riguardo quello che fa, come e perché lo fa: rispecchia il piano teorico che precede solitamente, in maniera “leggera”, ogni sessione di pratica
Terzo punto
. Si tratta quindi, nel complesso, di un lavoro raffinato, che si esprime attraverso un approccio consapevole e gentile a sè stessi per aprirsi alla dimensione meditativa
. Questo è il terzo punto ed obiettivo: creare le condizioni perché lo stato meditativo possa emergere
. La meditazione rappresenta il cuore pulsante dello Yoga, a cui tengo molto, tanto personalmente quanto per chi frequenta le lezioni
. Un’esperienza che si apprende sul tappeto e poi si riflette nelle azioni del quotidiano sotto forma di stile di vita che abbraccia ogni forma di esperienza
Conclusioni
. Mi auguro che tutto questo possa essere stato esaustivo, senza la pretesa di potere abbracciare tutte le diverse aspettative ma con l’obiettivo di dare pieno riscontro perlomeno a quelle che si ritrovano in sintonia con questo tipo di proposta
Vito Accettura